Pazzi d'amore per Carlo Verdone
Riccardo Jannello - La Nazione 25/02/97
Bagno di Folla a Sarzana per l'attore che ha inaugurato l'unico 'Fansclub' italiano. Dopo un mini-show improvvisato, il regista ha parlato di cinema: 'La commedia italiana? Più viva che mai.'
SARZANA - Il calore del pubblico è ancor più avvolgente se si scopre che non a Roma o nel Lazio, ma in questa propaggine ligure che penetra verso la Toscana è nato il primo 'Carlo Verdone Fans Club', la cui attività è stata ufficializzata sabato dalla presenza del regista e attore romano al Cinema Moderno. Verdone ha introdotto 'Sono pazzo di Iris Blond', ha seguito la proiezione e si è poi gettato in pasto al suo pubblico - quindi benevolo - per oltre un'ora, riuscendo a scatenare l'entusiasmo quando a grande richiesta ha interpretato in piedi sul palco alcuni dei personaggi che lo hanno reso famoso dai tempi di 'tali e quali' e 'Non stop' a oggi.
Sarzana ha risposto in modo entusiasta e si è infiammata alle promesse di Verdone: 'Non so come ringraziarvi per questa accoglienza - ha detto lui - e quindi vi prometto che il prossimo film lo presenterò in anteprima qui da voi e, se sarà possibile, girerò qui anche alcune sequenze'. Impossibile descrivere la gioia negli occhi di Cibei e Ricciardone - presidente e vice del 'Fans Club' - e dei membri dell'amministrazione comunale, sindaco Guccinelli in testa, loro stessi pazzi di Verdone. Al quale strappano un'ulteriore promessa: l'autorizzazione ad allargare il club a livello nazionale usufruendo della telematica, con contatti su Internet fra gli aderenti in qualsiasi località si trovino.
Il tema della giornata era: 'La commedia all'italiana è finita?'; prendeva spunto dalle dichiarazioni di Gabriele Salvatores passato con 'Nirvana' a un linguaggio diverso. Verdone ha confermato le sue precedenti dichiarazioni: 'La commedia all'italiana è vivissima perché è impossibile dimenticarsi delle proprie radici, non osservare il mondo che ci sta attorno, non rivolgersi alla nostra cultura. Si può fare bene o meno bene, chiaramente, e ognuno può eleborarla come vuole. Se poi Salvatores cerca altri linguaggi è affar suo, anch'io con 'Iris Blond' ho modificato il mio, facendolo diventare più europeo'.
'Sono pazzo di Iris Blond' non ha fatto il pieno di 'Viaggi di nozze' perché la sua melanconicità ha segnato il passo rispetto al divertito e divertente mondo di Pieraccioni e de 'Il Ciclone': 'Il mio film - dice Verdone - non doveva uscire per Natale, l'ho fatto solo per una richiesta di Cecchi Gori che era in difficoltà visto che tardava il montaggio di 'Nirvana'. E quindi non poteva competere con l'ottimismo e il divertimento del regista toscano. Che è comunque un ragazzo molto intelligente e che dimostrerà la sua bravura anche quando non dovrà fare cassetta per forza. Il mio film era più intimista, non legato alle festività: a gennaio sarebbe stato perfetto. Ma purtroppo dobbiamo stare dietro ai desideri della produzione'.
Ma le soddisfazioni che l'Italia non gli ha dato (anche se 11 miliardi nelle città capozona sono pur sempre tanti), Verdone le troverà all'estero: 'La Miramax, quella de 'Il Postino', l'ha acquistato e lo distribuirà in Europa e in America. Non succede troppo spesso per le commedie all'italiana dove i regionalismi si fanno sentire. Proprio per questo ho ambientato il film a Bruxelles'.
Verdone starà adesso fermo almeno un anno: 'Sono stanco, e poi dovrò seguire la distribuzione internazionale di 'Iris Blond'. Ho molte proposte sia per girare film come regista o interprete o entrambi. Ma vorrei non girare più storie d'amore: con 'Iris Blond' e prima ancora con 'Viaggi di nozze' penso di avere detto la mia parola sull'argomento. Devo trovare altre ambientazioni, altri temi. L'anno sabbatico mi farà senz'altro bene'.
Le domande incalzano Verdone sugli argomenti più diversi: ha mai pensato a un finale diverso per 'Iris Blond'? 'Ho girato una scena nella quale lui lasciando i binari incontra una ragazza, le urta la valigia ed escono degli spartiti; scopre che si chiama Violette. Poi ho pensato che non sarebbe stato giusto ricominciare da capo. Ho preferito il finale in cui lui riprende a suonare con successo, mentre Iris è su un treno che chissà dove arriva'.
Perché in America trionfano gli indipendenti, mentre in Italia bisogna appoggiarsi a un grosso produttore? 'Perché il problema - ha sentenziato Verdone - è la distribuzione: Cecchi Gori e Berlusconi hanno la stragrande maggioranza delle sale. Se ti affidi a te stesso per fare un film e ti viene bello, dove lo proietti? Io spero che i grandi produttori si dimostrino intelligenti e facciano ugualmente il bene del nostro cinema'.
Verdone non tornerà neppure in teatro? 'Non sarei in grado di reggere una tournée. Mi divertirebbe, magari, poter fare due o tre serate una tantum'. Eppure Carlo ama l'abbraccio della folla: vi si getta in pasto fino a quando l'ultima ragazzina non se ne va con l'autografo fatto con una grafia largheggiante. Mentre negli occhi dei membri del 'Carlo Verdone Fans Club' cominciano a scendere lacrime di commozione.